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Veneto la regione più colpita sul fronte spesa turistica, in calo di oltre il 60%

Pubblicato il 7 Ottobre 2020

Le stime 2020 a consuntivo di Demoskopica: la metà dei 16 miliardi di spesa turistica persa si concentra tra Veneto, Toscana e Lombardia. Il tasso d’internazionalizzazione vero elemento di debolezza06 OTTOBRE 2020

Ben 173,5 milioni di presenze e oltre 48 milioni di arrivi con una contrazione rispettivamente del 52,5% e del 51,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: li avrebbe già bruciati l’emergenza Coronavirus soltanto nei primi otto mesi del 2020 come emerge da una stima a consuntivo dell’Istituto Demoskopika che l’ANSA ha pubblicato in anteprima. In picchiata anche gli incassi comunali dell’imposta di soggiorno: oltre 211 milioni di euro.

Sforbiciata di ben 16 miliardi di euro di spesa turistica, con quasi la metà, pari a 7,2 miliardi, concentrata in
Veneto, Toscana e Lombardia
 che presentano un tasso di internazionalizzazione dei sistemi turistici ben al di sopra del 50%. Anche se ci sono stati cali in tutta Italia a livello complessivo sono cinque i sistemi turistici regionali più colpiti: Veneto, Sicilia, Toscana, Lombardia e Lazio.

Secondo Demoskopika il Veneto, con un tasso di internazionalizzazione pari al 65,3%, avrebbe ridotto gli arrivi di 9,3 milioni (-63,3% rispetto al 2019) e le presenze di 35,6 milioni (-65,1% rispetto al 2019). A seguire, in valore assoluto, Lombardia con una contrazione pari a 6,6 milioni di arrivi (-55,8%) e 16,4 milioni di presenze (-57,4%), Toscana con una riduzione pari a 6,1 milioni di arrivi (-59,2%) e 21,7 milioni di presenze (-60,7%), Lazio con una riduzione pari a 4,8 milioni di arrivi (-54,7%) e 15,2 milioni di presenze (-55,8%) e l’Emilia Romagna con una riduzione pari a 4,6 milioni di arrivi (-52,4%) e 18,1 milioni di presenze (-55,6%).

In chiave percentuale è la Sicilia a presentare il «conto più salato», preceduta solo dal Veneto: -2,2 milioni di arrivi e – 6,8 milioni di presenze con un calo rispettivamente pari al 59,9% e al 61% rispetto ai primi otto mesi del 2019.

Il Veneto, purtroppo, è in testa anche per il decremento stimato della spesa turistica: 3.272 milioni di euro. Seguono, con sforbiciate rilevanti dei consumi in «viaggi e vacanze», Toscana con 2.130 milioni, Lombardia con 1.784 milioni, Emilia-Romagna con 1.609 milioni, Lazio con 1.513 milioni e Trentino Alto Adige con 1.165 milioni. Il Coronavirus ovviamente si è abbattuto anche sulle finanze comunali.

Nei primi 8 mesi del 2020 le casse degli enti locali hanno subito una corposa sforbiciata dell’imposta di soggiorno a più di 211 milioni di euro. In particolare, sul podio delle casse più «prosciugate» per l’imposta di soggiorno si posizionano principalmente i Comuni di quattro realtà regionali: Lazio, Veneto, Lombardia e Toscana.

Nel Lazio, infine, con una parte più che rilevante legata a Roma Capitale, i Comuni registrano una flessione degli incassi quantificabile in oltre 53 milioni di euro immediatamente seguiti dagli enti locali del
Veneto che hanno registrato mancati incassi per 37,5 milioni euro. A chiudere questo primo raggruppamento, gli enti locali della Lombardia, le cui mancate risorse finanziarie ammontano a 28 milioni di euro e della Toscana con un castelletto di mancate entrate pari a 26,8 milioni di euro.

«Il Governo – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – decida se il turismo è davvero un settore strategico per la propria economia. Si attivi, nella forma e nella sostanza, a condividere con i portatori di interesse del comparto un unico piano di ripresa del turismo italiano contenente consapevolmente obiettivi, strategie, azioni, risorse finanziarie e indicatori di risultato. Altrimenti – conclude il presidente dell’Istituto di ricerca – al danno di un mancato impatto sul sistema turistico italiano dei provvedimenti assunti dalle istituzioni ai vari livelli si aggiungerà la beffa di una frammentata governance che rallenterà, in un ostacolante circuito vizioso, la ripresa del turismo italiano».

«Di fronte a questi numeri catastrofici serve una terapia d’urto per risollevare le sorti del turismo e di migliaia di piccole e medie aziende del settore, che rischiano di chiudere i battenti nei prossimi mesi a causa della mancanza di turisti nel nostro paese» dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi.