Pubblicato il 1 Ottobre 2020
Torna l’acqua alta a Venezia. Il 2 ed il 3 ottobre sono previsti due picchi di marea, il primo modesto di 105-110cm a mezzogiorno del 2 ottobre, il secondo ben più alto stimato tra 130 e 150cm a mezzogiorno del 3 ottobre.
Quest’ultimo valore è ancora suscettibile di variazioni ma è piuttosto preoccupante: con 150cm circa il 70-80% della città potrebbe finire sott’acqua.
Il Mose non è ancora del tutto pronto, le ultime notizie parlavano di fine 2021 come data possibile per la fine dei lavori e la messa in funzione definitiva dell’opera, ma l’evento di sabato 3 ottobre potrebbe anticiparne il funzionamento qualora la situazione prevista dovesse essere potenzialmente grave per la città.
Il sistema è stato infatti testato a luglio 2020 e risulta “efficiente”.
Per emergenza si è stabilita una marea superiore a 130cm, con valori di marea più elevati è stato deciso che il Mose si potrà alzare.
Ieri pomeriggio Il provveditorato ai lavori pubblici ha approvato la procedura di emergenza per il sollevamento del sistema di dighe mobili. Il provveditore Cinzia Zincone ha confermato che «le barriere potranno essere alzate dalla misura di 130 centimetri sul medio mare” . La decisione di alzare le paratoie spetta al commissario straordinario, Elisabetta Spitz, e allo stesso provveditore. «Al momento la previsione del nostro centro – ha aggiunto Zincone – è 130 centimetri. Dovremo monitorare, fino al limite di 6 ore dall’evento (tempo tecnico di chiusura delle bocche di porto), perchè dopo la procedura non è modificabile». Molto, quindi, dipenderà dalle prossime previsioni, che potrebbero confermare o meno la tendenza ipotizzata per sabato”.
Il Mose verrà quindi aperto in emergenza. L’opera infatti non è terminata. Dovrebbe essere finita nel dicembre 2021.
Il Cvn, che ha realizzato l’opera dalla posa della prima pietra nel 2003 a oggi, ha già gestito tre test di sollevamento completo. Il primo è stato il 10 luglio, alla presenza del premier Giuseppe Conte; poi ci sono stati quelli del 7 agosto e dell’11 settembre. In quest’ultima occasione per la prima volta le paratoie sono state sollevate in modalità automatica, anche se un problema di software ha causato un ritardo alla bocca di Malamocco, dove la diga si è chiusa mezz’ora dopo le altre. Dopo una rapida riconfigurazione, è stato fatto un secondo tentativo che è invece durato 50 minuti, come il sollevamento delle altre tre bocche fatto in precedenza (Lido Treporti, Lido San Nicolò e Chioggia).
Il prossimo test era invece previsto per l’11 ottobre e si sarebbe dovuta testare proprio la procedura, che prevede anche la comunicazione sei ore prima del sollevamento a tutti gli enti coinvolti (Comune, Regione, Porto, Capitaneria e così via) e poi aggiornamenti frequenti sull’evoluzione della situazione fino all’abbassamento.