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Verona

Verona, indagato l’agente Polfer che ha ucciso un migrante. L’ira del Siulp: “E’ stato costretto”

Pubblicato il 21 Ottobre 2024

“A chi propone letture fuorvianti e ingenerose dell’accaduto, ricordiamo che i poliziotti hanno pochi istanti per poter decidere come reagire di fronte a situazioni emergenziali. E non lo fanno certo a cuor leggero”, così Felice Romano. Il segretario del sindacato di polizia Siulp interviene deciso dopo l’iscrizione nel registro degli indagati dell’agente della Polfer che ha sparto a Diarra Moussa, uccidendolo.

Il 26enne originario del Mali, residente in Italia da 8 anni, stava aggredendo l’agente con un coltello nella stazione ferroviaria di Verona.

“Il collega che ieri, per quanto emerso dai primi accertamenti, sembra essere stato costretto – ribadiamo: costretto! – a usare l’arma ha, come spiega il comunicato stampa della Procura, immediatamente dopo cercato di soccorrere l’aggressore che stava morendo”, sottolinea Romano.

“Basterebbe questo a capire che sotto quella divisa c’era una persona dotata di un profondo senso di umanità, che dovrà portare per tutta la vita il peso di quei brevi, drammatici momenti”, conclude.

L’agente è indagato per eccesso colposo di legittima difesa.

Gli inquirenti vogliono accertare se vi sia stato o meno un superamento di questo perimetro.

Il fascicolo è coordinato dalla pm Diletta Schiaffino.

Si attende il conferimento dell’incarico per l’autopsia sulla vittima, che accerterà pure se Moussa sia stato raggiunto da uno solo dei tre colpi esplosi dal poliziotto, così come risultava dai primi riscontri investigativi.