Pubblicato il 5 Gennaio 2023
Anno nuovo, ma la vertenza Almaviva entra sempre più nel vivo, per utilizzare un gioco di parole. Per i lavoratori del call center di Palermo e Catania il futuro è sempre più incerto perché, come già spiegato poco più di un mese addietro, lo scorso 31 dicembre ha cessato di esistere il servizio 1.500 di assistenza nell’ambito della pandemia da Covid gestito da Vodafone.
I lavoratori adesso si trovano in cassa integrazione fino al prossimo 28 febbraio, ma quello che sarà il loro sostentamento a partire dal mese successivo è un qualcosa di cui non si sa ancora nulla. Si parla in tutto di 450 unità, 200 delle quali in servizio nel capoluogo etneo e l’istituzione di un nuovo servizio di assistenza generale che prenda il posto 1.500 è tutt’altro che certa. Di questo ne sono a conoscenza i vertici delle sigle sindacali e una conferma arriva dalla coordinatrice territoriale della Fistel Cisl di Catania, Anna Orifici, che a noi telefonicamente ha riferito come il dialogo con il governo nazionale vada avanti per assicurare un futuro ai dipendenti.
“Ieri si è tenuto un incontro con il Ministero della Salute – ha detto la Orifici –, che ha ribadito quello che ci aveva detto in un primo incontro, ovvero che lui garantisce un numero di posti, che comunque non coprirebbe il perimetro di quelli che sono stati spostati da Vodafone all’inizio della pandemia. Ha dichiarato la piena disponibilità al dialogo con i ministeri del Lavoro, delle Politiche Sociali, delle Imprese e del Made in Italy per proporre iniziative per dare continuità occupazionale ai dipendenti cercando di puntare all’evoluzione del servizio dopo la pandemia creando un numero di pubblica utilità generale”.
Le tempistiche riguardanti l’istituzione del nuovo servizio sono ancora molto incerte e il prossimo 11 gennaio in concomitanza con l’incontro a livello nazionale a Catania monterà la protesta da parte dei lavoratori.
“Abbiamo comunque appreso la volontà del Ministero della Salute – conclude la Orifici –, ma la vertenza è difficile perché i lavoratori sono sospesi e in cassa integrazione al 100 %. Essa finirà il 28 febbraio e c’è bisogno del dialogo tra i ministeri e che lo Stato non abbandoni questi lavoratori. Ciò che ci desta preoccupazione è il progetto senza tempistiche certe. Il servizio è stato sospeso il 31 dicembre e da marzo saranno senza ammortizzatori. L’incontro sarà giorno 11 con i ministeri e abbiamo indetto uno sciopero di tutti i lavoratori per l’intero turno di lavoro e il sit-in dalle 15 alle 18 a piazza Università. Ci sono i lavoratori su Vodafone e quelli spostati sul 1.500. Auspichiamo che questa volta i ministeri dimostrano che hanno a cuore le sorti dei lavoratori soprattutto accelerando nelle tempistiche. I lavoratori hanno bisogno anche di mezzi di sostentamento durante l’indizio del bando di un eventuale nuovo servizio”.