Pubblicato il 10 Novembre 2023
“Il politico del governo americano di più alto grado che ha visto questo video è il segretario di Stato Antony Blinken. Che io sappia il presidente Biden non l’ha visto”.
Così il portavoce dell’esercito israeliano Jonathan Cornicus in collegamento via zoom da Gerusalemme.
Al Consolato israeliano di New York una trentina di giornalisti, tra cui il Corriere della Sera era l’unico media italiano, ha assistito ieri sera ad una proiezione privata del video di 45 minuti dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, lo stesso che le autorità israeliane mostrarono inizialmente ad una dozzina di reporter a Gerusalemme e che hanno deciso di mostrare in una settantina di screening privati in varie parti del mondo nei prossimi giorni.
Le immagini non sono state diffuse online per non turbare ulteriormente le famiglie delle vittime e degli ostaggi. Ai giornalisti è stato chiesto di lasciare cellulari e ogni apparecchiatura elettronica fuori. La visione è stata seguita da un briefing con Cornicus, che ha spiegato che Israele ha programmato queste proiezioni per capi di Stato, diplomatici, media, influencer.
Il filmato è un montaggio di video girati dai miliziani di Hamas per vantarsi delle proprie imprese, dai primi soccorritori o dalle stesse vittime.
Vi si vedono in totale le immagini di 138 cadaveri, inclusi quelli di alcuni neonati e bambini. Il video specifica che si tratta del 10% del totale delle vittime.
In uno degli spezzoni, girato nel kibbutz Be’er, due bambini vengono nascosti dal padre in un rifugio, ma un miliziano lancia una granata all’interno, il padre muore: ora quei bambini dovrebbero essere tra gli ostaggi.
“Itay, penso che moriremo”, dice uno di loro al fratello, poi si accorge con orrore che l’altro non vede da un occhio, in seguito all’esplosione.
Tra gli ostaggi ci sono 30 bambini, incluso un neonato che ha compiuto appena dieci mesi, ha detto Cornicus.
A Los Angeles il filmato è stato mostrato un giorno prima che a New York, a una proiezione organizzata dall’attrice di “Wonder Woman” Gal Gadot nel Museo della Tolleranza, alla quale hanno fatto seguito scontri all’esterno.
A New York, la strada dove ha sede il consolato israeliano, tra la Seconda Avenue e la 42esima strada, vicino a Grand Central, era transennata ieri sera. Nelle stesse ore migliaia di manifestanti pro-palestinesi manifestavano tra la 34esima e la 42esima strada, chiedendo il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, in una delle più grosse manifestazioni a New York nelle ultime settimane.
“I palestinesi non possono usare la loro voce ora, e dobbiamo usare noi le nostre voci per loro”, diceva una ragazza al New York Times.
Il Washington Post aveva pubblicato ieri una vignetta che mostrava un portavoce di Hamas che usa i civili come scudi umani (legandosi con una corda ad una donna e a dei bambini mentre dichiara “Come osa Israele attaccare i civili…”) ma è stata rimossa dopo le proteste di diversi dipendenti e lettori.