La protesta nazionale dei tassisti contro l’articolo 10 del ddl Concorrenza, che ha coinvolto diverse città italiane, ha assunto toni piuttosto alti a Napoli, dove i partecipanti hanno rivolto imprecazioni contro Selvaggia Lucarelli, che continua a esprimere diverse rimostranze contro la categoria.
E proprio nella giornata di oggi la nota giornalista e opinionista ha scritto un editoriale sul quotidiano Domani con il titolo “Lo sciopero dimostra che i taxi non sono servizio pubblico ma privilegio privato” e con un chiaro riferimento a questi giorni di passione per i tassisti, ma non solo. Nelle storie di Instagram invece denuncia il pagamento del taxi con la carta di credito e qualche giorno fa in merito a questo ha scritto: “Giorno 29 giugno, salgo su questo taxi. Chiedo: non ha la carta? Lui: sì. Io: scusi e allora perché quel cartello? Lui: perché ci sono delle persone che hanno certe facce da ceffi, a quelli chiedo il contante. Io: in che senso scusi? Lui: eh perché poi magari finisce la corsa e scappano. Io: si fa dare la caparra prima, non ho capito? Lui: mmm emmmm. Ogni taxi è un’esperienza. Poi ti dicono: non generalizzare. E chi generalizza? In genere, è così. Poi ci sono gli onesti, ma non sono una percentuale così sbilanciata a favore, temo”.
I tassisti dal canto loro a Napoli si sono scatenati per rivendicare la loro contrarietà alla riforma del settore e del noleggio con conducente e la riprova degli insulti contro Selvaggia Lucarelli è un video che sta girando su Twitter nel quale si vede un uomo che alza il megafono e dice “Selvaggia Lucarelli è una pu***”. La protesta coinvolge anche le donne che cantano ad alta voce, mentre nei commenti si leggono frasi come “Si è sparsa la voce”, “Che melodia” e “Vedi la notorietà”. Tutto questo ha visto il grande favore dei followers, mentre da parte di Selvaggia Lucarelli non giunta al momento alcuna replica.
Nel suo articolo-editoriale Selvaggia Lucarelli spiega le ragioni della sua posizione: “Con lo sciopero i tassisti intendono opporsi a quel temutissimo articolo 10 del ddl Concorrenza che riguarda ‘l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti‘. Insomma, la solita storia: i tassisti presidiano il loro fortino, non vogliono concorrenza, Uber è il male e così via. Naturalmente ammantano la loro arroganza di nobili ragioni. Soprattutto quando parlano di servizio pubblico. Chissà se è servizio pubblico lasciare persone a piedi di notte, con la pioggia, perché senza contanti. Lasciare i turisti in fila all’aeroporto se non hanno i 100 euro nel portafogli. O aggredire i colleghi che vogliono lavorare, costringendoli a lasciare i clienti a un isolato dalle stazioni per non farsi vedere dagli altri tassisti furiosi”.
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