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L’incredibile storia di 3 amici: vinsero 500mila euro alle slot, ma dopo 10 anni devono restituirli

Pubblicato il 19 Agosto 2022

A tre amici di Firenze non sembrò vero di aver vinto 500.000 euro alle macchinette della videolottery della Snaitech, cifra “monstre” vinta nel 2012. Quello che sembrava un sogno, però, a distanza di anni si è trasformato in un incubo: il giudice ha infatti deciso che i tre amici devono restituire quella cifra vinta in “dubbie circostanze”, cioè in presenza di un’anomalia tecnica.

Dieci anni fa i tre amici si erano rivolti al Tribunale per ottenere il denaro e in quel caso vinsero la causa. A distanza di 10 anni però la Corte d’Appello ha ribaltato quella sentenza e costretto i tre amici a restituire i soldi.

La stratosferica vincita alla slot: la ricostruzione dell’incredibile vicenda

Era il 2012 quando i tre giocatori vinsero l’incredibile cifra di 494mila euro giocando in una videolottery in una sala giochi sulla via Nuova per Pisa.

Tuttavia fu riscontrato un’anomalia nel sistema che per 17 minuti consecutivi aveva erogato solo ticket vincenti.

Sin da subito la Snaitech aveva contestato le vincite ottenute in quei 17 minuti di “follia”, diramando un comunicato stampa per spiegare quanto era accaduto e spiegando che quelle vincite erano di fatto irregolari.

Tutte le persone che avevano estratto il biglietto fortunato in quella serata del 2012 fecero comunque causa all’azienda, ma nessuno di loro vinse.

Nessuno tranne i tre amici fiorentini 40enni, che si sono visti accreditare la somma vinta sul loro conto con un decreto ingiuntivo.

L’appello della Snaitech

La Snaitech non ha accettato la sentenza del tribunale e nel 2018 è andata in appello e così, 10 anni dopo il pasticciaccio, è arrivata la decisione dei giudici di ribaltare il primo verdetto.

Una vera beffa per i tre amici che adesso dovranno restituire tutte le somme ricevute in dipendenza del decreto ingiuntive revocato, con importo maggiorato con gli interessi di legge.

La Corte d’Appello ha motivato la sua decisione spiegando che il malfunzionamento del sistema è ormai un “fatto accettato e non contestabile”, verificato e documentato anche dalle testimonianze rilasciate da alcune persone presenti in quel momento alla Guardia di Finanza.

Inoltre, come si legge nella sentenza: “Sul biglietto era riportato un jackpot dall’importo superiore rispetto a quello fino ad allora accumulato e questo ha reso l’anomalia del tutto evidente al giocatore, che sullo schermo della macchina aveva potuto vedere la cifra ben diversa di 401mila euro”.

Gli amici adesso devono restituire mezzo milione di euro, ma la partita non finirà qui. Molto probabilmente infatti i tre si rivolgeranno alla Corte di Cassazione che avrà l’ultima parola su questa vicenda che ha davvero dell’incredibile.