Resistenza e violenza a pubblico ufficiale: un arresto a Messina da parte della Polizia di Stato. Si chiama Salvatore Barbera, messinese di 72 anni, la persona arrestata dagli investigatori della Squadra Mobile nel corso di un’azione diretta al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo si è reso responsabile dei reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Barbera è stato ristretto ai domiciliari su disposizione dell’autorità giudiziaria, che successivamente ha convalidato l’arresto.
“Inoltre, è stato deferito in stato di libertà per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e porto di armi o oggetti atti a offendere.
I fatti risalgono al 9 luglio scorso, quando il settantaduenne, nel corso di una perquisizione domiciliare, in palese stato di agitazione e con un atteggiamento insofferente, ha ostacolato l’attività di polizia giudiziaria, tentando di disfarsi di un involucro gettandolo nel water e spintonando con forza un operatore di polizia. L’involucro prontamente recuperato conteneva della sostanza stupefacente che al successivo esame del narcotest è risultata essere un derivato di anfetamine”, spiega la Questura di Messina.
Nell’abitazione sono stati rinvenuti e sequestrati un bilancino di precisione, del materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente e la somma di denaro pari a 260 euro ritenuta provento di attività illecita. La perquisizione estesa all’autovettura di proprietà ha permesso ancora di rinvenire e sequestrare un coltello con lama di cm 13 e una mazza di legno.
Revoca dei domiciliari a Barcellona
Sempre la Questura di Messina comunica che, a Barcellona Pozzo di Gotto, la Polizia di Stato ha eseguito un ordine di espiazione detentiva a carico di un 64enne, a seguito di una revoca della detenzione domiciliare, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina. Un provvedimento a carico di Angelo Porcino, barcellonese. La revoca degli arresti domiciliari è stata disposta dal Tribunale di Sorveglianza di Milano a seguito della segnalazione da parte del commissariato di diverse violazioni delle prescrizioni imposte al sessantaquattrenne. L’uomo, che è stato condannato per i reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione in concorso, fatti commessi dal 1990 al 2011, dovrà espiare la pena della reclusione di 7 anni, 8 mesi e 11 giorni.
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