La vittima dello stupro di Palermo sequestrata e minacciata: “Ritira la denuncia o ti ammazzo”

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L’estate scorsa è stato uno degli eventi più brutali della cronaca italiana: lo stupro di una giovane ragazza a Palermo per opera di un branco composto da 7 giovanissimi. Quella ragazza è stata vittima di un altro episodio a dir poco sgradevole: ha denunciato di essere stata minacciata e sequestrata da un altro ragazzo per essere costretta a ritirare le accuse.

Si tratterebbe di un giovane che lei ha citato durante una delle audizioni come autore di molestie sessuali nei suoi confronti, precedenti allo stupro di gruppo. Proprio in seguito alla denuncia a quel ragazzo sarebbe partita la spedizione “punitiva” con tanto di stupro da parte del branco.

L’aggressione e il sequestro

Come riportato da Repubblica, lunedì sera la 20enne si trovava insieme al suo fidanzato in piazza a Ballarò, dove sarebbe stata aggredita e poi picchiata da un ragazzo che l’ha trascinata a casa sua. Il fidanzato è andato a denunciare tutto ai carabinieri, sostenendo che l’aggressore aveva anche un coltello. Poco dopo alla caserma dei carabinieri si è presentata la 20enne insieme all’aggressore e sua madre e sono stati trattenuti tutti fino all’alba per chiarire la vicenda. La ragazza ha raccontato di essere stata minacciata per essere costretta a ritrattare le accuse della scorsa estate.

Il ruolo dell’aggressore

L’aggressore avrebbe abusato della ragazza fra maggio e giugno, prima dell’orribile vicenda dello stupro di gruppo. La Procura di Palermo dopo le dichiarazioni della ragazza avrebbe iniziato a indagare sul ragazzo e da lì sarebbe partita la spedizione “punitiva” contro di lei. Adesso il ragazzo, insieme alla madre, potrebbe essere accusato di altri reati come minacce, porto abusivo d’arma bianca e sequestro di persona.

I carabinieri stanno analizzando le telecamere posizionate tra Ballarò e la casa dove è stata portata la vittima, per certificare l’aggressione. Dopo questa aggressione la ragazza potrebbe tornare in una comunità protetta, dove era già stata collocata dopo le minacce degli imputati.

Il processo

Il 19 aprile è in programma l’udienza preliminare per i 6 indagati maggiorenni che hanno chiesto il rito abbreviato. Il 6 marzo, sempre con rito abbreviato, è stato invece condannato a 8 anni e 8 mesi l’unico under 18 del gruppo.

Il minorenne era stato arrestato ad agosto e sottoposto alla misura di custodia cautelare in carcere. Dopo aver ammesso le sue responsabilità, il ragazzo fu affidato ad una comunità. Dopo appena 3 giorni però tornò in carcere poiché su TikTok aveva pubblicato una serie di video dove si vantava di aver ricevuto messaggi da diverse fan. Inoltre nel cellulare fu trovata una chat, risalente al giorno dopo lo stupro, dove si vantava della sua “impresa”.

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Redazione Nazionale

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