Pubblicato il 10 Ottobre 2023
Sono giorni caldissimi in Israele dopo l’attacco di Hamas e la diffusione di video scioccanti in cui militari e civili sono stati presi in ostaggio e portati di forza a Gaza dai miliziani.
I turisti, tra i quali molto italiani, stanno cercando di ritornare rapidamente in patria ma la situazione è estremamente caotica poiché adesso i piloti degli aerei si rifiutano di partire soprattutto dopo un grave episodio che poteva trasformarsi in tragedia.
Il traffico aereo tra i cieli israeliani è in tilt e poche ore fa si è rischiata la strage quando un aereo della Ryanair, che stava per atterrare a Tel Aviv, è stato sfiorato da un missile. Fortunatamente l’impatto è stato evitato e l’aereo è stato costretto ad atterrare sull’isola di Cipro, ma se l’aereo fosse stato colpito si sarebbe verificata una strage con oltre 100 morti.
Alla luce di questo episodio, e della situazione rovente che si è creata nel paese, i piloti si rifiutano di decollare ritenendolo troppo rischioso.
Missile cade vicino all’aeroporto, strage sfiorata
Mentre Netanyahu ha annunciato che l’esercito israeliano entrerà a Gaza, non essendoci né tempo né modo di trattare, il paese è in preda al caos.
L’ultimo gravissimo episodio, che solo per puro caso non ha provocato un’immane tragedia, riguarda un razzo lanciato da Hamas caduto poco distante dall’aeroporto di Tel Aviv, proprio nel momento in cui un aereo della Ryanair stava per atterrare sulla pista.
Il pilota dell’aereo del volo FR7161 partito da Vienna, un Boeing 737, ha quindi deciso di virare e volare verso Cipro dove è riuscito ad atterrare senza problemi.
Nello stesso frangente un altro aereo stava per partire alla volta di Dubai ma, considerando la situazione estremamente pericolosa, Ryanair per il momento ha cancellato tutti i voli verso Israele almeno fino all’11 ottobre.
I piloti hanno paura e non vogliono volare verso Israele né tanto meno decollare dal paese, almeno fino a quando la situazione non si sarà calmata, e hanno chiesto di dichiarare insicuri i cieli israeliani per la loro incolumità e per quella dei passeggeri.