Pubblicato il 7 Marzo 2021
Walkabout significa “cammina in giro e a tema”: è un format di performing media, nel quale conversazioni peripatetiche si combinano con trasmissioni radiofoniche nomadi, per un’esplorazione partecipata. Viaggiamo dentro noi stessi, quando ci ritroviamo in luoghi che ci ricordano quel che cerchiamo. Non è più l’era del Passeggiatore solitario, Promeneur solitaire, come direbbe Jean-Jacques Rousseau, anche se si tratta ancora di riflettere camminando. E’ la maniera di proporre una cultura multicentrica, che spazi nelle tre dimensioni.
Walkabout, scrivere storie nelle geografie: spesso si cammina in un’architettura
Il 26 marzo, alle ore 11 e alle 18, dalla Facoltà di Architettura (Piazza Borghese, 9) dell’Università di Roma-Sapienza parte il walkabout-esplorazione partecipata radionomade per il master Gestione del progetto complesso di Architettura, promosso appunto dal dipartimento di Architettura e dal Progetto-facoltà collegato. A Roma, anzi nel web (dato che è possibile connettersi con Google meet) Carlo Infante di Urban experience interverrà con una lezione su “Esplorazioni partecipate per attraversare le complessità urbane, tra distopie e resilienza”. Seguirà un walkabout-esplorazione partecipata radionomade (quando si riuscirà a farlo, data l’emergenza sanitaria Covid-19). Il concept dell’intervento è questo. Urban experience è un ambito di progettazione culturale per giocare le città attraverso azioni di performing media: una condizione abilitante perché la creatività sociale delle reti possa reinventare spazio pubblico tra web e territorio. Azioni che Urban experience fa con “i piedi per terra e la testa nel cloud”, attraverso i walkabout: conversazioni radio-nomadi concepite come brainstorming ed esplorazioni partecipate, per “scrivere storie nelle geografie”.
Alcuni focus saranno sulla gestione creativa dei conflitti e delle emergenze; sui Paesaggi umani e nei “vuoti di senso”, tra le pieghe della città, seguendo la traccia del Tevere, nella città più distopica.
Urban experience rilancia le esplorazioni urbane, che coniugano cose semplici come passeggiate e conversazioni con le complessità inedite del Performing media-storytelling, nel quale la narrazione partecipata è inscritta nell’azione “aumentata” dall’uso dei media: radio e web.
Queste conversazioni nomadi, caratterizzate dall’ausilio di smartphone e cuffie collegate ad una radioricevente (whisper radio), permettono di ascoltare le voci dei walking-talking heads e repertori audio predisposti, in un flusso radiofonico che viene, spesso, trasmesso in streaming via webradio e georeferenziato. Questa soluzione permette di scrivere (oralmente) storie nelle geografie dei luoghi che attraversiamo, lasciando una scia dei percorsi con i podcast audio, tratti dallo streaming, dando luogo a un geoblog parlante. (foto di Adriano Infante, in cammino sulla pista del primo aeroporto d’Italia, a Centocelle)