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luca zaia

Zaia: “Oggi metà positivi rispetto a marzo. No lockdown pesanti, ma ordinanza sostenibile”

Pubblicato il 24 Ottobre 2020

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha annunciato i dati del bollettino Covid ancora una volta in diretta dalla sede della protezione civile a Marghera.

“In 24 ore sono stati fatti 17.461 tamponi molecolari, almeno 10mila rapidi”, ha annunciato, “I positivi da inizio pandemia sono 42.869, 1.729 in più. I positivi di oggi sono 15.621, + 1587. In isolamento si sono 14.958 persone, i ricoverati sono 631 di cui 83 negativi. In terapia intensiva abbiamo 73 pazienti di cui 5 negativi. I sintomatici a domicilio sono 469. I positivi a domicilio sono 15.005, il 97% non ha sintomi.”


“Abbiamo un’alta percentuale di positivi asintomatici. Si è abbassata l’età media del positivo, dai 60-65 anni di marzo a 40-45, con molti giovani, Abbiamo giovani con alta carica virale ma in questa fase la diffusione di questa alta carica non si traduce in diffusione di positivi sintomatici.

“Trovo strano che nessuno faccia un’analisi di marzo”, ha sottolineato Zaia, confrontando il numero medio di tamponi di marzo con il numero medio di positivi. Il 22 marzo avevamo 412 positivi, 2.703 tamponi, i positivi erano il 15,2%. Il 21 ottobre: 1.553 positivi, 2.0181 tamponi molecolari, i positivi sono il 7,7%. Oggi abbiamo metà positivi di marzo. E se avessimo a marzo fatto gli stessi tamponi di oggi? Avremmo avuto 3.000 positivi. Allora se è vero che oggi abbiamo meno positivi sui tamponi di marzo, è anche vero che oggi rispetto a marzo abbiamo meno carico di terapie intensive. Il 22 marzo avevamo 327 persone in terapia e il 13 marzo avevamo 111 persone in terapia intensiva. Bisogna che cominciamo a decidere una strategia, guardando i dati per come sono. E’ giusto guardare in faccia la realtà, il virus c’è, questi super diffusori quando intercettano un paziente ideale, finisce ricoverato se va bene o intubato se va male. Quindi portate la mascherina perché per noi l’emergenza coronavirus è un’emergenza ospedaliera.

“E’ fondamentale capire che questa battaglia la facciamo per tenere aperti gli ospedali. I nostri ospedali hanno 7.500 posti letto, hanno 1000 terapie intensive, se non fermiamo il trasferimento dalla società sana di cittadini ammalati all’ospedale, noi possiamo dire con certezza che dovremo chiudere servizi ospedalieri ordinari. Questo  è l’unico problema che sta interessando tutte le sanità del mondo. Noi abbiamo oggi una % di infezione negli ospedali tra i dipendenti dello 0,7%: gli infettati sono 496 si è un po’ mossa la curva. Vi ricordo che ogni 7 giorni facciamo il tampone a chi è in prima linea (pneumologia, malattie infettive, terapie intensive) e ogni 20 giorni a tutti gli altri dipendenti. Ogni sanità è una storia a sè. Se guardiamo l’incidenza dei ricoveri in terapia intensiva sui ricoverati, noi siamo i più virtuosi. Prima di arrivare in terapia intensiva ci sono dei filtri, in altre Regioni vanno stabiliti dei protocolli rispettosi della cura dei cittadini”.

LOCKDOWN. “Non stiamo pensando a lockdown pesanti in Veneto”, ha detto Zaia, “ma a un’ordinanza sostenibile e praticabile. Nulla di traumatico nei confronti delle imprese. Siamo pronti con 1.718 postazioni subintensive. Il problema c’è, stiamo solo seguendo i dati. Tutte le curve sono inclinate verso la ascesa in Veneto. Attualmente la cura  lunga e se continua così dovremmo arrivare a 150 persone in terapia intensiva a fine novembre. Ma tutto potrebbe cambiare. Potrebbero essere adottate delle misure di alleggerimento ma prima dobbiamo vedere cosa decide il Governo prima. Non abbiamo margini, il governo prevede che possiamo imporre misure più restrittive, invece quelle più lassiste le possiamo decidere solo con la doppia firma de Ministro della Salute”.