Negli ospedali veneti non c’è emergenza Covid. Lo ha detto oggi il presidente del Veneto Luca Zaia, esponendo in conferenza stampa i dati quotidiani del bollettino Coronavirus. Zaia ha anche presentato, assieme al magnifico Rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, un nuovo progetto sviluppato in collaborazione con l’Università stessa: il test rapido sulla saliva per il personale scolastico e gli studenti dei vari atenei patavini.
“Oggi in Veneto abbiamo solo 142 ricoverati, di cui 83 positivi. I pazienti in terapia intensiva sono solamente 18“, ha sottolineato Zaia, “I ricoverati sono scesi di 6 unità nelle ultime 24 ore. Le persone in isolamento sono 7.876, 732 in più nelle ultime 24 ore, ma non sono tutti positivi, abbiamo molti isolamenti fiduciari. I positivi da inizio pandemia ad oggi sono 24.209, 91 in più rispetto ad ieri. Ma questi numeri non devono preoccupare, perchè sono legati al nostro screening aggressivo”.
“Ad oggi abbiamo fatto 1.662.916 tamponi.”, ha detto Zaia, “A questi si aggiungono 1.350.000 test rapidi, che fanno salire a quasi 3milioni i test Covid effettuati in Veneto. Su una popolazione di 4milioni e 900mila veneti, questo significa che abbiamo testato più della metà dei cittadini. Siamo oltre il 25% della popolazione, contro il 6% di alcune Regioni.”.
“Oggi abbiamo 2.937 positivi, i sintomatici sono 153, ovvero il 5,21%. Quindi il 95% dei positivi arriva alla negativizzazione senza avere sintomi. Gli isolati sono 7.800 e i positivi sugli isolati sono il 37%. Abbiamo un virus che ha una carica di sintomatici molto bassa. Non c’è emergenza sanitaria ospedaliera con 142 ricoverati e 18 in terapia intensiva. Il virus c’è ma meno aggressivo. Non dà sintomi e negli ospedali non abbiamo l’emergenza. Ricordo che abbiamo 464 terapie intensive di base e un totale di 1.016 postazioni di terapia intensiva su un un fabbisogno d 18 persone in terapia”, ha continuato Zaia.
“Oggi presentiamo un’anteprima assoluta: un progetto sperimentale unico dal punto di vista scientifico, ovvero il Test rapido della saliva per il Covid“, ha annunciato Zaia, “Questo test rappresenta un passo in avanti verso l’autodiagnosi. Oggi abbiamo 11 multinazionali che producono tamponi rapidi. Ora noi presentiamo il test sulla saliva. In futuro mi immagino uno stick da fare a casa”.
Il test sulla saliva. “Quello del test sulla saliva è un programma sperimentale di cui siamo molto orgogliosi”, ha detto il rettore Rizzuto presentando il progetto, “Tra meno di 20 gg l’Università di Padova ricomincerà le lezioni in presenza. Da maggio lavoriamo perché tutti i nostri corsi di laurea recuperino la presenza degli studenti. Dal 1 ottobre rivogliamo gli studenti in aula. Per questo abbiamo lavorato per garantire la sicurezza delle aule. Avremo steward che accompagneranno gli studenti e verificheranno che la sicurezza sia mantenuta. Abbiamo speso 2milioni di euro per questo semestre per affittare aule esterne. Solo la sanificazione è costata centinaia di migliaia di euro. Le nostre 400 aule avranno una telecamera e microfoni di alta gamma”.
“A fianco di tutto questo. vi è la parte della sorveglianza attiva”, ha sottolineato Rizzuto, “Il virus circola. Per questo abbiamo ideato il test rapido sulla saliva. La diagnosi molecolare da saliva ha un’affidabilità pari a quella dei tamponi. Abbiamo proposto alla sanità regionale un progetto pilota, che proporremo ad altre Università, che ci permetta di monitorare molecolarmente, con la medesima frequenza degli operatori sanitari, quindi ogni 20 gg, il personale universitario. Questo per tutelare e rassicurare sia chi insegna sia gli studenti. Abbiamo 60mila studenti, come un capoluogo di Provincia. Possiamo identificare tempestivamente i positivi e monitorare i contatti. Abbiamo modificato la APP obbligatoria di rilevazione della presenza degli studenti, con posto in aula numerato e prenotabile. Grazie alla APP, siamo capaci di risalire agli studenti che si sono seduti vicino a qualcuno risultato positivo. Questo ci permette di impedire che le aule diventino dei focolai”.
“Il test della saliva è volontario per gli 8mila membri del personale docente e i 60mila studenti delle’Università”, ha specificato Rizzuto. “La modalità di prelievo è la seguente: un cottoncino da masticare e mettere in un contenitore. Il campione finale viene depositato in uno degli 8 punti di raccolta istituiti a Padova. Il personale consegnerà con cadenza periodica il suo tampone. Ognuno ha un codice a barre su etichetta da incollare sul campione. Il progetto partirà prima del 28 settembre”.
A chi chiedeva perchè non proporre il test come modalità diagnostica ufficiale in altri ambiti, il Rettore ha specificato che “il test è recentissimo, non abbiamo ancora dati validati in laboratorio che ci permettano di estendere l’uso del test rapido. Il nuovo metodo deve essere validato sui grandi numeri. E’ un test già attendibile, ma quando avremo dati effettuati su migliaia di persone, potrà andare a sostituire il tampone classico”.
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